LAB IoT: primi risultati della sperimentazione di Enerbrain

Intervista al CEO Giuseppe Giordano

Primi risultati della sperimentazione di Enerbrain che nell’ambito del LAB IoT ha installato il suo sistema per l’efficientamento energetico degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria in diverse scuole ed edifici pubblici della Città.

Il Lab IoT/IoD è il laboratorio aperto di innovazione attivato dal 2017 dalla Città di Torino per supportare lo sviluppo e il testing in condizioni reali di soluzioni innovative abilitate dall’Internet of Things in tutti gli ambiti della Smart City. Le sperimentazioni riguardano il test di nuove reti di connettività, reti di sensori e piattaforme per l’analisi e la rappresentazione dei dati raccolti dall’ambiente fisico.

Oggi incontriamo Giuseppe Giordano, CEO e Co-founder Enerbrain, startup torinese che ha messo a punto soluzioni di retrofit energetico per grandi edifici che consentono drastici tagli ai consumi nonché il sensibile miglioramento del comfort interno.

Cosa intendete con retrofit energetico di un edificio?

Con il termine retrofit energetico indichiamo la trasformazione di un edificio che, grazie a Enerbrain, diventa in pochi giorni uno smart building. Il risultato è un taglio dei consumi anche del 30% e un miglioramento notevolmente del comfort e della qualità dell’aria che respiriamo. Il nostro sistema si installa in pochi giorni, senza modificare gli impianti di ventilazione, riscaldamento e raffrescamento già esistenti e ne ottimizza continuamente la programmazione grazie a un algoritmo intelligente che cancella gli sprechi.

Come è nata l’idea di Enerbrain?

Mentre lavoravo al progetto di un dispositivo per il controllo dei consumi elettrici ho realizzato che un altro dei co-founder con il quale ero in contatto, Marco Martellacci, stava sviluppando un sistema di attuazione e controllo delle caldaie. Ho quindi pensato che il suo algoritmo di controllo potesse essere integrato al mio sistema di monitoraggio. Da quell’idea è nata Enerbrain.

Nel 2017 siete stati selezionati dal Bando IoT IoD ed è stata avviata la collaborazione con Città di Torino. Ci racconti la vostra sperimentazione?

La sperimentazione ha coinvolto alcuni edifici-tipo (una scuola, un palazzo di uffici e un museo) per verificare l’efficacia del nostro sistema in tutti i contesti architettonici e di utilizzo. In breve tempo abbiamo avuto a disposizione i dati che confermavano un notevole taglio dei consumi in ogni struttura e un comfort costante nelle diverse ore del giorno. Indipendentemente dal numero di persone presenti. Esattamente quello che serviva per attivare un’installazione su larga scala.

Quale valore ha avuto per voi il dialogo con la Città?

Per noi ha avuto un enorme valore, anche simbolico. Quando nel 2015 siamo tornati a Torino per fondare Enerbrain avevamo l’ambizione di aiutare l’ambiente e migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Oggi, dopo tanti progetti in giro per il mondo, quel sogno diventa realtà proprio nella nostra città.

Secondo la definizione del MIT Media Lab, il living lab è una metodologia di ricerca per individuare, prototipizzare, verificare e affinare soluzioni complesse in contesti di vita reale, multipli e in fase di evoluzione. In che modo questa metodologia ha avuto un impatto sullo sviluppo della vostra soluzione?

Testare il nostro sistema in un ambiente reale – anche nelle condizioni più estreme legate a edifici estremamente disomogenei dal punto di vista della struttura architettonica – è stato molto importante perché ci ha permesso di affinare la programmazione dell’algoritmo Enerbrain. Oltre a confermare l’efficacia del sistema è stato molto utile confrontarsi con variabili a cui inizialmente non avevamo pensato.

La vostra sperimentazione ha previsto anche attività di co-progettazione con gli stakeholder?

Le attività di co-progettazione hanno coinvolto soprattutto la multiutility Iren, nella fase più strettamente operativa di selezione degli edifici target e della successiva installazione. La collaborazione con le istituzioni è stata ovviamente fondamentale e ha riguardato soprattutto l’indirizzo strategico di queste azioni.

Ci sono già alcuni risultati?

I risultati della sperimentazione hanno confermato le più rosee aspettative in termini di taglio della CO2, abbattimento dei consumi e miglioramento della qualità dell’aria.

Qual è il valore dei dati raccolti? 

Credo che il valore dei dati raccolti rappresenti un patrimonio non solo per noi, ma per tutta la città perché, dimostrando l’efficacia della nostra tecnologia, conferma che la sua applicazione su larga scala può in effetti incidere in maniera significativa sulla riduzione dell’inquinamento e quindi sulla salute dei cittadini.

Quali sono i prossimi passi?

Il successo di questa sperimentazione ha portato a una ulteriore collaborazione con Iren per l’installazione del sistema Enerbrain in 89 edifici del Comune di Torino, principalmente scuole e uffici. Stimiamo che la riduzione di CO2 nei prossimi anni sarà pari a 1.400 tonnellate annue. Equivarrà a piantare circa 100 mila alberi, praticamente il doppio di quelli che sono presenti oggi in città.

In generale, quale valore è emerso da questa esperienza?

Credo che questa sperimentazione abbia stabilito un modello importante per tutti i futuri progetti di smart city perché ha dimostrato che l’efficienza energetica è un obiettivo che le nostre città potrebbero raggiungere più facilmente e velocemente di quanto immaginano. Per noi ha anche significato consolidare la collaborazione con Iren, una partnership che, anche in chiave strategica, ci permetterà di crescere ulteriormente nei prossimi anni.

Le altre sperimentazioni attive sul territorio 

Ad oggi, nell’ambito del LAB IoT sette progetti sono già partiti e altri saranno avviati nei prossimi mesi. Nell’area del Fioccardo, soggetta ad allagamenti alla confluenza del Sangone e del Po, è stata installata la soluzione per il monitoraggio e l’allarme automatico dell’azienda bolognese CAE. La genovese Artys ha proposto un sistema che in tempo reale stima l’estensione e l’evoluzione delle piogge. La sperimentazione della rete SigFox di Nettrotter riguarda tre ambiti: il monitoraggio del rumore nelle zone della movida, del livello dei fiumi in corrispondenza dei ponti Carlo Emanuele III e Rossini, e dell’ambiente con il controllo da remoto del livello di riempimento dei cassonetti del vetro nel quartiere San Salvario. La torinese Regola con i sensori installati sulla Mole e su altri due edifici comunali sperimenta un sistema in grado di prevedere con trenta secondi di anticipo i terremoti. Il progetto di cybersecurity IoT Threat Defense di Cisco intende proteggere tutte le applicazioni cittadine basate su sensori bloccando le minacce informatiche. Espereal Technologies propone le pietre che parlano, Tellingstones, particolari dispositivi che da 35 siti tra San Salvario, Aurora e Centro, inviano storie e informazioni turistiche agli smartphone dei passanti (cittadini e turisti) che vorranno usufruire di questa opportunità.