Global Innovation Index 2013
alla sua sesta edizione, il Global Innovation Index 2013 presenta una
valutazione del livello di innovazione di 142 Paesi (pari al 94,9% della
popolazione del pianeta e al 98,7% del PIL mondiale) e della loro capacità di
utilizzarla come leva di sviluppo. L’Italia
si attesta al 29° posto, con un risultato migliore rispetto alla 36a posizione
dello scorso anno.
Lo
studio, presentato a inizio luglio e realizzato da Insead in collaborazione con
Cornell University e l’agenzia dell’ONU World Intellectual Property
Organization, prende in esame 84 indicatori, riuniti in 7 macrocategorie (tra
cui istituzioni, capitale umano e ricerca, infrastrutture, conoscenza e
tecnologia, creatività).
Molti dei primi posti della classifica stilata sono
europei: la Svizzera ha il primato; seguono Svezia, Regno Unito, Paesi Bassi,
Stati Uniti, Finlandia, Hong Kong, Singapore, Danimarca e Irlanda. Rispetto
allo scorso anno gli Stati Uniti sono passati dal 10° al 5° posto, in virtù
degli elevati investimenti in ricerca, sviluppo e settori innovativi.
Nei
mercati emergenti, i Paesi che nel 2013 si distinguono per la spinta innovativa
sono 18: Armenia, Cina, Costa Rica, Georgia, Ungheria, India, Giordania, Kenya,
Lettonia, Malesia, Mali, Moldavia, Mongolia, Montenegro, Senegal, Tagikistan,
Uganda, Vietnam.
L’Italia si attesta al 29° posto, con un risultato migliore
rispetto alla 36a posizione dello scorso anno. Alcuni indicatori su cui il
paese si rivela più carente sono la facilità nel pagare le tasse (al 109° posto
su 142) o nell’ottenere credito (93° posto), mentre alcuni ambiti
dell’innovazione in cui il nostro paese si rivela più competitivo sono il
numero di anni dedicati alla scolarità (19°), le infrastrutture (20°), la
produzione di conoscenza e tecnologia (21°).
Leggi lo studio su globalinnovationindex.org
Fonte: Il CSI-Piemonte segnala – Area
internazionale, Information and Communication Technologies, Istruzione, Atenei
e Ricerca