Nasce il Centro sperimentale di sicurezza industriale sulle atmosfere esplosive

Un accordo tra il Politecnico di Torino, la Direzione regionale dell’INAIL e l’Unione Industriale
Un centro all’avanguardia nel panorama internazionale, che svolgerà un ruolo chiave nello studio e quindi nella prevenzione delle esplosioni da polveri in campo industriale, la prima causa di incidenti in questo settore di attività. Il Centro sperimentale di sicurezza industriale sulle atmosfere esplosive, costituito presso il Dipartimento di Scienza dei Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico grazie ad un accordo siglato tra l’Ateneo torinese, la Direzione regionale dell’INAIL e l’Unione Industriale, permetterà infatti di  sviluppare una mappa di rischio caratteristica dei diversi comparti produttivi, individuati dall’INAIL tra quelli particolarmente significativi nella realtà economica piemontese. Tramite questa mappa si proporrà poi ai soggetti interessati l’adozione di buone prassi e tecniche, con lo scopo di contribuire alla riduzione del numero di incidenti e dei conseguenti infortuni.

L’accordo ha durata triennale e prevede un investimento di 600mila euro per l’acquisto dei macchinari necessari alle analisi e alle simulazioni e per l’impiego di personale altamente qualificato, coordinato dal professor Luca Marmo. Oggi le attività hanno preso ufficialmente avvio con la prima riunione del Comitato Guida, che fornirà le linee di indirizzo e programmerà gli obiettivi strategici. 

Il Centro si inserirà nel contesto scientifico mondiale attraverso lo svolgimento di attività di ricerca di base ed applicata, ma un secondo scopo del laboratorio sarà l’impegno nelle consulenze conto terzi al servizio di aziende industriali ed artigiane interessate dal pericolo causato dalla presenza di atmosfere esplosive create da polveri combustibili di vario genere, da quelle organiche a quelle metalliche e alimentari. Il laboratorio, infatti, grazie ad una strumentazione all’avanguardia, potrà rispondere all’esigenza delle aziende di adempiere alle prescrizioni normative che impongono la valutazione periodica del rischio di esplosione e stimare scientificamente l’impatto che, sotto il profilo della sicurezza e in un’ottica di prevenzione, possono avere la presenza o  la introduzione di specifici agenti produttivi che possono produrre polveri, fibre o nanoparticelle, eseguendo quelle misure sperimentali che, secondo le metodiche riconosciute dalla normativa tecnica, permettono di valutare le caratteristiche di esplodibilità delle polveri infiammabili e quindi di prevedere il rischio d’esplosione.

Spiega il Rettore Francesco Profumo: “Siamo molto soddisfatti della nascita di questo laboratorio a Torino, che in questo modo potrà competere con i centri di eccellenza mondiale come quelli di Basilea, Halifax e Bergen, solo per citarne alcuni. In questo modo siamo convinti di prestare un ottimo servizio alle imprese, sempre più attente alla sicurezza dei loro lavoratori, nel prevenire incidenti anche gravi che vogliamo contribuire a scongiurare per il futuro grazie anche all’approfondimento scientifico delle conoscenze in questo campo”.

Osserva Pietro Spadafora, Direttore regionale Inail “La creazione del Centro segna per noi una tappa importante, sia perché contribuirà a prevenire un grande numero di infortuni nel settore, sia perché rappresenta un ulteriore esempio di progetto concreto, ritagliato su specifici profili di rischio, in grado di innescare circoli virtuosi tali da incidere sui comportamenti e quindi sulla cultura della prevenzione”

“L’Unione Industriale di Torino” – commenta il Vicedirettore Riccardo Rosi – “e l’AMMA, dedicano da sempre attenzione e risorse al tema della sicurezza, con un’attività di supporto alle imprese che spazia dalla formazione, alla verifica delle condizioni di rischio, all’assistenza nella progettazione di impianti in ambiti a potenziale rischio di esplosione. Le aziende sono ben consapevoli della necessità di operare nelle migliori condizioni di sicurezza e presentano alla nostra Associazione richieste di assistenza sempre più  complesse e specifiche, alle quali questo centro di ricerca potrà rispondere in modo adeguato, attingendo a competenze presenti nel nostro territorio. Un approccio prevenzionistico, che valorizzerà anche l’eccellenza tecnica della nostra area.”